mercoledì 7 luglio 2010

comunicato stampa di venerdì 9 luglio per politici bellunesi

Venerdì 9 luglio alle ore 16:00 il Comitato Genitori del Galilei ha invitato ad un incontro i tre rappresentanti politici bellunesi Matteo Toscani, Dario Bond e Sergio Reolon per esporre le complesse problematiche didattico - educative collegate alla comunicata riduzione a cinque delle classi prime dello scientifico per il prossimo a.s.
È già stata ampiamente comunicata ai e dai media locali la conseguenza prima di detta scelta dell’Ufficio scolastico regionale e provinciale ed è passata come l’obbligo da parte dell’Istituto, mancando il numero adeguato di classi, di “respingere” una quindicina di alunni iscrittisi al nuovo Liceo scientifico delle scienze applicate.
Va precisato, come già ampiamente illustrato ai genitori interessati in occasione dell’incontro dello scorso venerdì in Istituto, che detta scelta non era certo l’unica teoricamente possibile ma lo è giocoforza diventata per le modalità imposte al Consiglio d’Istituto, e non al Dirigente scolastico come in appropriatamente rimproveratogli sulla TV locale dall’Ass. prov.le De Gan.
Il Consiglio d’Istituto, infatti, era stato chiamato d’urgenza a deliberare sulla strutturazione delle prime senza che gli fosse concesso il tempo di verificare altre possibilità.
È però ora assolutamente necessario uscire dalle polemiche ed affiancare al problema contingente di questa prima negata la questione di fondo nei suoi termini corretti.
Il problema di fondo che vogliamo sottoporre all’attenzione dei nostri rappresentanti politici è la necessità di modificare i criteri di determinazione del numero delle classi che vengono applicati, in questa nostra complessa realtà, alla totalità degli iscritti delle prime dell’Istituto, cioè alla somma indiscriminata degli iscritti al Liceo classico, scientifico e scientifico delle scienze applicate, senza alcun correttivo.
Questo meccanismo comporta grandi difficoltà nella formazione delle classi e la quasi matematica certezza di non riuscire ad accogliere le richieste degli iscritti.
Un caso emblematico: se quest’anno vi fossero stati non i 54 iscritti alle prime del classico ma i 42 dello scorso anno scolastico, il “respingimento” avrebbe con buona probabilità riguardato già ora le prime del classico!
Nessuno è al sicuro.
Se non si mette mano quindi a queste regole cambiandole o applicando deroghe sistematiche, avremo il piacere nei prossimi anni di invitare sistematicamente, più o meno a questa stagione, i nostri rappresentanti politici a discutere sempre delle stesse cose.
Un percorso alternativo esiste: ci venga detto con chiarezza che la scuola dell’obbligo (a quattordici anni si è ancora in questa fascia scolastica) d’ora in avanti sarà a numero chiuso!
Di certo non sarà facile organizzare praticamente questa “selezione” ma un po’ di chiarezza per noi genitori non guasterebbe.
Per allargare ancora i temi che si connettono strettamente a questa vicenda dobbiamo ricordare che quello di cui stiamo parlando è un problema nei problemi.
Accenniamo solo al principale quello dell’edilizia scolastica.
Credo sia legittimo ed indiscutibile adottare l’aggettivo scandalosa per descrivere la situazione del Liceo scientifico Galilei, costretto dai primi anni ‘70 in un edificio non scolastico, inadeguato, insufficiente da oltre un decennio a contenere le troppe classi e con una lista interminabile di carenze e di violazioni normative igienico sanitarie.
In molte delle classi di questa scuola è una consuetudine necessaria tollerare il superamento di una / due unità del massimo numero degli alunni ospitabili secondo l’ULSS.
La scala di comunicazione interna non è a norma, i corridoi sono troppo stretti, manca l’aula magna, manca un ingresso con atrio e portineria, mancano le aule di disegno, le terrazze sono inagibili e pericolose, gli impianti non sono tutti a norma nonostante i numerosi interventi degli ultimi anni.
Ci vogliamo fermare solo a questi punti anche se la lista sarebbe ancora lunga.
Vogliamo solo formulare queste ultime domande, retoriche se volete ma del tutto appropriate : da quanti anni si parla dell’inadeguatezza dell’edificio del Galilei e quali progetti aveva la politica bellunese su questo Istituto quando si è concretizzata la decisione di accorpare il Liceo classico Tiziano allo scientifico Galilei ?
Intuiamo la risposta e proprio per questo, in ultima analisi, vogliamo parlare dei problemi didattico - educativi su cui, noi genitori, ci siamo confrontati quest’anno con le altre componenti scolastiche giungendo a fine maggio a consegnare un documento al Dirigente scolastico firmato oltre che dal nostro Comitato genitori, dal Comitato studentesco, dai rappresentanti degli alunni in Consiglio d’Istituto e da una larghissima parte dei docenti stessi del Galilei.
In questo documento, considerando sullo sfondo che il silenzio tenuto dall’Amministrazione provinciale non può certo farci sperare si stia preparando una soluzione a breve termine, indicavamo al Dirigente scolastico che “il trasferimento stabile nella sede del Liceo Tiziano delle classi prime e di alcune seconde del Galilei e, magari in un prossimo futuro, dell’ufficio di presidenza e della segreteria ci fa percepire l’idea di un Galilei spaccato a metà, non certo di un’efficiente riorganizzazione logistica.
Questa ipotizzata soluzione avrebbe il pregio di rendere strutturale la provvisorietà, mascherando i disagi più evidenti di una scuola da anni in continua turnazione e rendendo viceversa ordinarie le lacune didattiche con cui dovrà fare i conti chi si troverà nella sede del Tiziano: una palestra insufficiente ad ospitare lo svolgimento di tutte le lezioni di educazione fisica, laboratori insufficienti e/o inadeguati certamente ad indirizzi liceali scientifici sia tradizionale che delle nuove scienze applicate.
A ciò si aggiunge, non ultimo per il prioritario valore educativo che dovrebbe assumere, la strutturale impossibilità di relazioni interpersonali di alunni di età differenti, con i più giovani separati con stabile continuità da quelli frequentanti le ultime classi del triennio, privati quindi del confronto con i colleghi più maturi, dei loro esempi comportamentali e, quindi, di occasioni di crescita personale.”
Aggiungendo poi che “questo Liceo Galilei da oltre un decennio è abituato alla turnazione ed ha saputo organizzare tutte le necessarie compensazioni ai forti disagi patiti dagli alunni e, soprattutto, dai docenti e, nonostante tutto, ha saputo offrire una qualità didattica ed un’immagine di organizzazione superiore se è stato continuativamente premiato da nuove iscrizioni ben superiori alle medie regionali degli altri Licei Scientifici.”
Chiedevamo, in definitiva, di mantenere l’organizzazione scolastica attuale perché, nonostante tutto, larga parte dei docenti, gli alunni stessi e noi genitori individuavamo questa come la soluzione migliore per proseguire nel prossimo futuro.
Ora quest’ipotesi non è più perseguibile: con classi prime di 27/29 alunni è impensabile porre la questione se si considera che la sede del Galilei offre l’80% della sua capacità di accogliere gli alunni in aule che possono ospitare al massimo 23 alunni e, tra queste, oltre 3/4 delle aule non arrivano mediamente ai 20 posti.
Se tutto resterà così, purtroppo, la numerosità eccessiva delle classi in relazione alle capacità dell’edificio che ci ospita costringerà noi genitori, gli alunni e gran parte dei docenti ad una scuola profondamente diversa da quella che desideriamo.

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