lunedì 5 luglio 2010

Comitati in rete

Venerdì 2 luglio si è tenuta la conferenza stampa in forma congiunta con il presidente del Comitato genitori della Gabelli. Questa è la sintesi dei contenuti esposti.

L’iniziativa: Comitati in rete, un’unione che dovrebbe dare forza maggiore alle ponderate richieste che provengono dalla base dei genitori.

Alcuni giorni fa si sono incontrati il Presidente del Comitato Genitori della Scuola A. Gabelli con il direttivo del Liceo scientifico Galilei. Alla riunione ha partecipato anche il presidente del Consiglio dell’Istituto che accorpa i Licei Galilei e Tiziano, anch’esso un genitore.
L’incontro, inizialmente convocato per verificare la fondatezza di una notizia pubblicata sui giornali nelle settimane scorse e che riguardava entrambi gli Istituti, è stata poi l’occasione perché si sviluppasse un colloquio ed un confronto tra i genitori sui temi specifici della scuola bellunese, tanto ampio e costruttivo da fa nascere, naturale, la proposta di mettere in campo un nuovo progetto comune con l’obiettivo di mettere in rete tra loro i vari comitati scolastici cittadini e, magari, anche quelle componenti della società civile che desiderano promuovere la scuola bellunese.
L’occasione di oggi è però anche quella di fare il punto sul problema delle due scuole cittadine.

Il presidente del Comitato Genitori della Gabelli
La notizia, che abbiamo inizialmente esaminato tra rappresentanti dei due Comitati di genitori, riguardava la dichiarazione del Presidente della Provincia Bottacin, pubblicata dal Corriere delle Alpi il 6 giugno scorso, di un futuro trasferimento della Scuola Gabelli presso l’Istituto Tiziano. Il silenzio del Sindaco Prade sulla questione è stato da noi interpretato positivamente come un’implicita conferma che il progetto di recupero della scuola sta andando avanti. Lo stesso primo cittadino ci aveva rinnovato questa promessa a fine maggio, in occasione della manifestazione organizzata per ricordare il primo anniversario della chiusura delle Gabelli.
Pertanto il sindaco Prade e la sua Giunta ha e avrà tutto il nostro appoggio e collaborazione nel proseguire su questo percorso. è infatti impensabile che lo storico edificio della Gabelli venga abbandonato non solo per ciò che per 75 anni ha rappresentato per la nostra città nel campo dell’istruzione, ma anche per il suo valore architettonico e per la sua storia e, quindi, per il significato che assume ancor oggi per molti cittadini bellunesi.

Il presidente del Consiglio d’Istituto del Galilei - Tiziano / Il presidente del Comitato Genitori del Galilei
Devo dire che subito dopo la fine della scuola si sono sovrapposte sui media più notizie sul Galilei – Tiziano.
Lo sciopero e le lamentele dei docenti per la previsione di classi troppo affollate il prossimo anno si sono sovrapposte, e forse confuse in una lettura frettolosa delle notizie, con quanto avevamo comunicato nella Conferenza stampa indetta dal Consiglio d’Istituto lo scorso 11 giugno che, viceversa, aveva come oggetto gli annosi problemi logistici del Liceo scientifico Galilei che ora, a Licei scientifico e classico riuniti, si ripercuotono sull’organizzazione dell’intero Istituto.
Da tempo queste questioni erano oggetto di discussione all’interno del Galilei e ad essa hanno dato in modo vivace il loro contributo tutte le sue componenti, sia gli alunni che i docenti ed infine anche il neonato Comitato dei genitori, perché i criteri di assegnazione delle classi in modo stabile in un edificio o nell’altro, oppure la turnazione che pratichiamo da un decennio, avrebbero comportato conseguenze determinanti sugli equilibri dell’Istituto e sul piano didattico educativo.
Alla fine è arrivata in Istituto dall’Ufficio Scolastico Provinciale la notizia della formazione per il prossimo anno scolastico di sette classi prime, due del classico e cinque dello scientifico, di queste ultime una in meno di quanto programmato. La notizia è stata inattesa quanto pesante, ben più di quanto si possa a prima vista valutare, per le conseguenze che determina sugli equilibri dell’intero Istituto.
Il disagio già presente in precedenza per le carenze logistiche è divenuto così ancor più grave perché, permanendo così le cose, la perdita della sesta classe prima che si era programmato di formare, non solo va a sommarsi alle due classi, una terza ed una quarta liceo, che si era già preventivato di perdere il prossimo anno, ma costringe anche una quindicina di alunni iscrittisi al Liceo delle Scienze applicate a rivedere le proprie scelte scolastiche, con buona pace del loro diritto allo studio.
Consapevoli comunque che su questo terreno non è possibile neppure iniziare un dialogo con le autorità, non avanziamo richieste di forzare o derogare dalle regole di formazione delle classi. Poniamo però l’attenzione già da oggi sul problema che, date le caratteristiche dei nostri edifici scolastici, non è assolutamente possibile assicurare il percorso quinquennale a classi così numerose e certamente il prossimo anno queste incongruenze inevitabilmente esploderanno.
Il dott. Martino non pare comunque orientato a riconoscere le sei prime richieste al Galilei per il prossimo anno ma è stata importante la promessa del suo impegno ad aprire un dialogo con il presidente della provincia Bottacin e con l’Ufficio scolastico regionale per trovare una soluzione per il Galilei. Manterremo alta l’attenzione ma vogliamo essere fiduciosi che, dopo le promesse, qualche notizia effettivamente positiva giunga presto magari dall’Ufficio scolastico regionale.

Riguardo al problema degli edifici scolastici ed alle risposte date tramite i giornali dal Presidente Bottacin alle domande poste nella Conferenza stampa dello scorso 11 giugno, credo vi sia poco da commentare: che i soldi non ci siano e non ci siano mai stati non è una notizia, quanto all’idea esposta di un nuovo edificio scolastico unico per il Galilei – Tiziano è certamente interessante ma è stata solo abbozzata in pochi tratti essenziali ed è prevedibile un percorso di così lunga durata che non è pensabile valutarla o commentarla ora.
Vorremmo confrontarci con l’Amministrazione provinciale su questo tema. Il timore tra noi diffuso è però che resteremo a lungo in attesa di qualcosa di concreto perché il Presidente Bottacin ha detto chiaramente che, per lui, i problemi della scuola bellunese sono enormi (100 milioni di euro valgono) e sono altrove.
Non dobbiamo e non spetta a noi rispondergli sul piano politico, che non ci appartiene, e vorremmo evitare anche la polemica, però sentiamo di precisare al Presidente Bottacin che se la vastità dei problemi frustra la sua azione di governo non è comunque con noi che deve confrontarsi. Ci limitiamo solo a questa nota polemica perché il suo tono quando ha invocato sul Gazzettino un confronto pubblico sui nostri problemi alla presenza di tutti i dirigenti scolastici provinciali sembrava voler minacciare una guerra tra poveri, è possibile leggerla solo come un tentativo di intimidazione mediatica e come l’affermazione evidente che non ha una grande considerazione dei nostri problemi.
Noi però siamo e saremo sempre qui a rammentare all’Amministrazione provinciale il disagio e le difficoltà che comporta il fare scuola in un edificio nato per altre finalità, convertito quasi quarant’anni fa nella sede del Liceo Scientifico Galilei e che oggi, senza che in tutti questi anni sia intervenuta alcun sostanziale adeguamento, offre l’80% della sua capacità di accogliere gli alunni in aule che possono ospitare al massimo 23 alunni e, tra queste, oltre 3/4 delle aule non arrivano mediamente ai 20 posti.

In conclusione di questo nostro incontro vogliamo congiuntamente, entrambi i Comitati, proporre tramite i giornali e le TV locali l’idea che ci è venuta, trovandoci, di organizzare, noi sì sul serio, un incontro pubblico, un forum della e sulla scuola bellunese con l’obiettivo di creare un’occasione di confronto e riflessione tra tutte quelle componenti della scuola bellunese che ne hanno il desiderio.
Il fine è duplice.
Da un lato, quello di essere da stimolo alle autorità scolastiche ed alle amministrazioni chiamate a definire una strategia di valorizzazione e miglioramento della scuola bellunese, sia delle zone di montagna che di città, che riesca al di là degli slogan e delle dichiarazioni di principio subito contraddette dai fatti, quali quelli in precedenza riferiti sul diritto allo studio negato, a promuovere veramente il futuro di questo nostro territorio.
Dall’altro, quello di definire una strategia autonoma che metta in rete le risorse dei vari Istituti scolastici, ma anche delle varie componenti scolastiche, alunni, genitori e docenti, e non, quali quelle del mondo economico e sociale più sensibili all’educazione ed alla formazione dei nostri figli.
Riteniamo infatti che questa sia la migliore risorsa per affrontare il futuro della Scuola pubblica, destinata con i sempre minori trasferimenti dello Stato solo a sopravvivere precariamente a se stessa.

1 commento:

  1. Ho letto con attenzione il vostro comunicato, preciso e dettagliato, e come bellunese vi ringrazio per la battaglia, o meglio, la rete che state costruendo per salvare il nostro territorio, storicamente zona di estrema povertà e con la piaga dell'emigrazione. La possibilità di vivere qui è strettamente legata all'offerta formativa, prima di tutto, e lavorativa. Come docente, vi ricordo che per un laureato bellunese è di difficile accesso la professione insegnante, per i noti motivi che ora si stanno dibattendo nei tribunali (la questione delle graduatorie a pettine), e che da anni la nostra scuola ha avuto un'anima "provvisoria", fatta di persone che qui lavoravano lo stretto necessario per agguantare il ruolo e chiedere le assegnazioni a casa loro (da dove mai avevano spostato la residenza). Ora, parlare della specificità della montagna e fare rete con questi colleghi è del tutto inutile, ma è indispensabile che i bellunesi tutti, genitori, docenti e semplici cittadini che amano la nostra meravigliosa terra, patrimonio dell'umanità, vi sostengano e si uniscano a voi in questa battaglia di civiltà, democrazia e speranza per il futuro delle Dolomiti.

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