giovedì 29 luglio 2010

Sorteggio !

Il sorteggio per gli studenti delle scienze applicate e quindi la formazione delle classi prevista per questo fine luglio, è slittata al 25 agosto. L'istituto attende delle risposte da parte dell'assessore provinciale all'istruzione De Gan. Nel frattempo il Corriere delle Alpi segue con attenzione la vicenda.

mercoledì 21 luglio 2010

Esiti dell'incontro in regione

I consiglieri Dario Bond e Sergio Reolon, ieri 20 luglio, hanno incontrato a palazzo Balbi la dirigente dell’ufficio scolastico regionale Carmela Palumbo, l’assessore veneto competente Elena Donazzan e l'assessore provinciale Stefano De Gan. Erano presenti anche lo studente di prima Stefano Dal Farra, suo papà e i docenti Lotto e Basile delegati dal preside Correnti.
I media hanno dato un certo risalto all'evento: sia Telebelluno e Corriere delle Alpi.
In sostanza, la Palumbo ha chiesto una deroga al ministero dell'istruzione, chiedendo un incremento del numero di docenti assegnati alla provincia di Belluno in modo da sopperire ai nuovi fabbisogni. Gli stessi consiglieri si sono detti intenzionati a mirare più in altro e presentare le nostre richieste direttamente a Roma. Ora attendiamo. Ricordo però che gli organici di fatto verranno definiti entro fine luglio!

martedì 20 luglio 2010

Incontro dei consiglieri con la Palumbo

Il Corriere delle Alpi continua a seguire la problematica delle "scienze applicate"; oggi i consiglieri regionali Dario Bond, Sergio Reolon e Matteo Toscani, il delegato degli Studenti Lorenzo Dal Farra ed il suo papà, un dirigente scolastico del liceo Galilei, si incontrano con la dirigente dell’ufficio scolastico regionale Carmela Palumbo alla presenza dell’assessore veneto competente, Elena Donazzan. La riunione si svolgerà proprio nell’ufficio di quest’ultima. Leggete l'articolo di ieri qui. A presto gli esiti.

domenica 11 luglio 2010

I tre consiglieri in missione dalla Palumbo

Venerdì 9 luglio alle ore 16.00 presso la sede del liceo scientifico Galilei si è tenuto un incontro in cui hanno partecipato i consiglieri regionali Dario Bond, Matteo Toscani, Sergio Reolon ed una nutrita rappresentanza di genitori (veramente tanti). L'esito è stato positivo come potete ben leggere qui. Da sottolineare come i tre rappresentanti politici abbiano dimostrato che, pur appartenendo a partiti e schieramenti diversi, sia possibile superare tali sbarramenti di fronte a problemi reali come quelli scolastici (e a noi piace pensare che sia così). Ora attendiamo una risposta alla promessa fattaci: cioè quella di bussare alla porta della direttrice dell’Ufficio scolatico regionale, Sig.ra Palumbo, e farsi carico dei nostri problemi. I consiglieri verranno accompagnati da 5 ragazzi, iscritti alla prima classe, e spero almeno da un loro genitore. L'idea dei ragazzi è nata direttamente da uno di loro che, giustamente, ha recriminato che vanno ascoltate anche le loro voci ed i loro bisogni. E' un primo passo!

mercoledì 7 luglio 2010

comunicato stampa di venerdì 9 luglio per politici bellunesi

Venerdì 9 luglio alle ore 16:00 il Comitato Genitori del Galilei ha invitato ad un incontro i tre rappresentanti politici bellunesi Matteo Toscani, Dario Bond e Sergio Reolon per esporre le complesse problematiche didattico - educative collegate alla comunicata riduzione a cinque delle classi prime dello scientifico per il prossimo a.s.
È già stata ampiamente comunicata ai e dai media locali la conseguenza prima di detta scelta dell’Ufficio scolastico regionale e provinciale ed è passata come l’obbligo da parte dell’Istituto, mancando il numero adeguato di classi, di “respingere” una quindicina di alunni iscrittisi al nuovo Liceo scientifico delle scienze applicate.
Va precisato, come già ampiamente illustrato ai genitori interessati in occasione dell’incontro dello scorso venerdì in Istituto, che detta scelta non era certo l’unica teoricamente possibile ma lo è giocoforza diventata per le modalità imposte al Consiglio d’Istituto, e non al Dirigente scolastico come in appropriatamente rimproveratogli sulla TV locale dall’Ass. prov.le De Gan.
Il Consiglio d’Istituto, infatti, era stato chiamato d’urgenza a deliberare sulla strutturazione delle prime senza che gli fosse concesso il tempo di verificare altre possibilità.
È però ora assolutamente necessario uscire dalle polemiche ed affiancare al problema contingente di questa prima negata la questione di fondo nei suoi termini corretti.
Il problema di fondo che vogliamo sottoporre all’attenzione dei nostri rappresentanti politici è la necessità di modificare i criteri di determinazione del numero delle classi che vengono applicati, in questa nostra complessa realtà, alla totalità degli iscritti delle prime dell’Istituto, cioè alla somma indiscriminata degli iscritti al Liceo classico, scientifico e scientifico delle scienze applicate, senza alcun correttivo.
Questo meccanismo comporta grandi difficoltà nella formazione delle classi e la quasi matematica certezza di non riuscire ad accogliere le richieste degli iscritti.
Un caso emblematico: se quest’anno vi fossero stati non i 54 iscritti alle prime del classico ma i 42 dello scorso anno scolastico, il “respingimento” avrebbe con buona probabilità riguardato già ora le prime del classico!
Nessuno è al sicuro.
Se non si mette mano quindi a queste regole cambiandole o applicando deroghe sistematiche, avremo il piacere nei prossimi anni di invitare sistematicamente, più o meno a questa stagione, i nostri rappresentanti politici a discutere sempre delle stesse cose.
Un percorso alternativo esiste: ci venga detto con chiarezza che la scuola dell’obbligo (a quattordici anni si è ancora in questa fascia scolastica) d’ora in avanti sarà a numero chiuso!
Di certo non sarà facile organizzare praticamente questa “selezione” ma un po’ di chiarezza per noi genitori non guasterebbe.
Per allargare ancora i temi che si connettono strettamente a questa vicenda dobbiamo ricordare che quello di cui stiamo parlando è un problema nei problemi.
Accenniamo solo al principale quello dell’edilizia scolastica.
Credo sia legittimo ed indiscutibile adottare l’aggettivo scandalosa per descrivere la situazione del Liceo scientifico Galilei, costretto dai primi anni ‘70 in un edificio non scolastico, inadeguato, insufficiente da oltre un decennio a contenere le troppe classi e con una lista interminabile di carenze e di violazioni normative igienico sanitarie.
In molte delle classi di questa scuola è una consuetudine necessaria tollerare il superamento di una / due unità del massimo numero degli alunni ospitabili secondo l’ULSS.
La scala di comunicazione interna non è a norma, i corridoi sono troppo stretti, manca l’aula magna, manca un ingresso con atrio e portineria, mancano le aule di disegno, le terrazze sono inagibili e pericolose, gli impianti non sono tutti a norma nonostante i numerosi interventi degli ultimi anni.
Ci vogliamo fermare solo a questi punti anche se la lista sarebbe ancora lunga.
Vogliamo solo formulare queste ultime domande, retoriche se volete ma del tutto appropriate : da quanti anni si parla dell’inadeguatezza dell’edificio del Galilei e quali progetti aveva la politica bellunese su questo Istituto quando si è concretizzata la decisione di accorpare il Liceo classico Tiziano allo scientifico Galilei ?
Intuiamo la risposta e proprio per questo, in ultima analisi, vogliamo parlare dei problemi didattico - educativi su cui, noi genitori, ci siamo confrontati quest’anno con le altre componenti scolastiche giungendo a fine maggio a consegnare un documento al Dirigente scolastico firmato oltre che dal nostro Comitato genitori, dal Comitato studentesco, dai rappresentanti degli alunni in Consiglio d’Istituto e da una larghissima parte dei docenti stessi del Galilei.
In questo documento, considerando sullo sfondo che il silenzio tenuto dall’Amministrazione provinciale non può certo farci sperare si stia preparando una soluzione a breve termine, indicavamo al Dirigente scolastico che “il trasferimento stabile nella sede del Liceo Tiziano delle classi prime e di alcune seconde del Galilei e, magari in un prossimo futuro, dell’ufficio di presidenza e della segreteria ci fa percepire l’idea di un Galilei spaccato a metà, non certo di un’efficiente riorganizzazione logistica.
Questa ipotizzata soluzione avrebbe il pregio di rendere strutturale la provvisorietà, mascherando i disagi più evidenti di una scuola da anni in continua turnazione e rendendo viceversa ordinarie le lacune didattiche con cui dovrà fare i conti chi si troverà nella sede del Tiziano: una palestra insufficiente ad ospitare lo svolgimento di tutte le lezioni di educazione fisica, laboratori insufficienti e/o inadeguati certamente ad indirizzi liceali scientifici sia tradizionale che delle nuove scienze applicate.
A ciò si aggiunge, non ultimo per il prioritario valore educativo che dovrebbe assumere, la strutturale impossibilità di relazioni interpersonali di alunni di età differenti, con i più giovani separati con stabile continuità da quelli frequentanti le ultime classi del triennio, privati quindi del confronto con i colleghi più maturi, dei loro esempi comportamentali e, quindi, di occasioni di crescita personale.”
Aggiungendo poi che “questo Liceo Galilei da oltre un decennio è abituato alla turnazione ed ha saputo organizzare tutte le necessarie compensazioni ai forti disagi patiti dagli alunni e, soprattutto, dai docenti e, nonostante tutto, ha saputo offrire una qualità didattica ed un’immagine di organizzazione superiore se è stato continuativamente premiato da nuove iscrizioni ben superiori alle medie regionali degli altri Licei Scientifici.”
Chiedevamo, in definitiva, di mantenere l’organizzazione scolastica attuale perché, nonostante tutto, larga parte dei docenti, gli alunni stessi e noi genitori individuavamo questa come la soluzione migliore per proseguire nel prossimo futuro.
Ora quest’ipotesi non è più perseguibile: con classi prime di 27/29 alunni è impensabile porre la questione se si considera che la sede del Galilei offre l’80% della sua capacità di accogliere gli alunni in aule che possono ospitare al massimo 23 alunni e, tra queste, oltre 3/4 delle aule non arrivano mediamente ai 20 posti.
Se tutto resterà così, purtroppo, la numerosità eccessiva delle classi in relazione alle capacità dell’edificio che ci ospita costringerà noi genitori, gli alunni e gran parte dei docenti ad una scuola profondamente diversa da quella che desideriamo.

martedì 6 luglio 2010

Quando i politici si muovono!

E i giornali continuano ad interessarsi al tema delle 5 classi prime del liceo scientifico: molto bene; un nuovo articolo lo trovate qui.

lunedì 5 luglio 2010

Comitati in rete

Venerdì 2 luglio si è tenuta la conferenza stampa in forma congiunta con il presidente del Comitato genitori della Gabelli. Questa è la sintesi dei contenuti esposti.

L’iniziativa: Comitati in rete, un’unione che dovrebbe dare forza maggiore alle ponderate richieste che provengono dalla base dei genitori.

Alcuni giorni fa si sono incontrati il Presidente del Comitato Genitori della Scuola A. Gabelli con il direttivo del Liceo scientifico Galilei. Alla riunione ha partecipato anche il presidente del Consiglio dell’Istituto che accorpa i Licei Galilei e Tiziano, anch’esso un genitore.
L’incontro, inizialmente convocato per verificare la fondatezza di una notizia pubblicata sui giornali nelle settimane scorse e che riguardava entrambi gli Istituti, è stata poi l’occasione perché si sviluppasse un colloquio ed un confronto tra i genitori sui temi specifici della scuola bellunese, tanto ampio e costruttivo da fa nascere, naturale, la proposta di mettere in campo un nuovo progetto comune con l’obiettivo di mettere in rete tra loro i vari comitati scolastici cittadini e, magari, anche quelle componenti della società civile che desiderano promuovere la scuola bellunese.
L’occasione di oggi è però anche quella di fare il punto sul problema delle due scuole cittadine.

Il presidente del Comitato Genitori della Gabelli
La notizia, che abbiamo inizialmente esaminato tra rappresentanti dei due Comitati di genitori, riguardava la dichiarazione del Presidente della Provincia Bottacin, pubblicata dal Corriere delle Alpi il 6 giugno scorso, di un futuro trasferimento della Scuola Gabelli presso l’Istituto Tiziano. Il silenzio del Sindaco Prade sulla questione è stato da noi interpretato positivamente come un’implicita conferma che il progetto di recupero della scuola sta andando avanti. Lo stesso primo cittadino ci aveva rinnovato questa promessa a fine maggio, in occasione della manifestazione organizzata per ricordare il primo anniversario della chiusura delle Gabelli.
Pertanto il sindaco Prade e la sua Giunta ha e avrà tutto il nostro appoggio e collaborazione nel proseguire su questo percorso. è infatti impensabile che lo storico edificio della Gabelli venga abbandonato non solo per ciò che per 75 anni ha rappresentato per la nostra città nel campo dell’istruzione, ma anche per il suo valore architettonico e per la sua storia e, quindi, per il significato che assume ancor oggi per molti cittadini bellunesi.

Il presidente del Consiglio d’Istituto del Galilei - Tiziano / Il presidente del Comitato Genitori del Galilei
Devo dire che subito dopo la fine della scuola si sono sovrapposte sui media più notizie sul Galilei – Tiziano.
Lo sciopero e le lamentele dei docenti per la previsione di classi troppo affollate il prossimo anno si sono sovrapposte, e forse confuse in una lettura frettolosa delle notizie, con quanto avevamo comunicato nella Conferenza stampa indetta dal Consiglio d’Istituto lo scorso 11 giugno che, viceversa, aveva come oggetto gli annosi problemi logistici del Liceo scientifico Galilei che ora, a Licei scientifico e classico riuniti, si ripercuotono sull’organizzazione dell’intero Istituto.
Da tempo queste questioni erano oggetto di discussione all’interno del Galilei e ad essa hanno dato in modo vivace il loro contributo tutte le sue componenti, sia gli alunni che i docenti ed infine anche il neonato Comitato dei genitori, perché i criteri di assegnazione delle classi in modo stabile in un edificio o nell’altro, oppure la turnazione che pratichiamo da un decennio, avrebbero comportato conseguenze determinanti sugli equilibri dell’Istituto e sul piano didattico educativo.
Alla fine è arrivata in Istituto dall’Ufficio Scolastico Provinciale la notizia della formazione per il prossimo anno scolastico di sette classi prime, due del classico e cinque dello scientifico, di queste ultime una in meno di quanto programmato. La notizia è stata inattesa quanto pesante, ben più di quanto si possa a prima vista valutare, per le conseguenze che determina sugli equilibri dell’intero Istituto.
Il disagio già presente in precedenza per le carenze logistiche è divenuto così ancor più grave perché, permanendo così le cose, la perdita della sesta classe prima che si era programmato di formare, non solo va a sommarsi alle due classi, una terza ed una quarta liceo, che si era già preventivato di perdere il prossimo anno, ma costringe anche una quindicina di alunni iscrittisi al Liceo delle Scienze applicate a rivedere le proprie scelte scolastiche, con buona pace del loro diritto allo studio.
Consapevoli comunque che su questo terreno non è possibile neppure iniziare un dialogo con le autorità, non avanziamo richieste di forzare o derogare dalle regole di formazione delle classi. Poniamo però l’attenzione già da oggi sul problema che, date le caratteristiche dei nostri edifici scolastici, non è assolutamente possibile assicurare il percorso quinquennale a classi così numerose e certamente il prossimo anno queste incongruenze inevitabilmente esploderanno.
Il dott. Martino non pare comunque orientato a riconoscere le sei prime richieste al Galilei per il prossimo anno ma è stata importante la promessa del suo impegno ad aprire un dialogo con il presidente della provincia Bottacin e con l’Ufficio scolastico regionale per trovare una soluzione per il Galilei. Manterremo alta l’attenzione ma vogliamo essere fiduciosi che, dopo le promesse, qualche notizia effettivamente positiva giunga presto magari dall’Ufficio scolastico regionale.

Riguardo al problema degli edifici scolastici ed alle risposte date tramite i giornali dal Presidente Bottacin alle domande poste nella Conferenza stampa dello scorso 11 giugno, credo vi sia poco da commentare: che i soldi non ci siano e non ci siano mai stati non è una notizia, quanto all’idea esposta di un nuovo edificio scolastico unico per il Galilei – Tiziano è certamente interessante ma è stata solo abbozzata in pochi tratti essenziali ed è prevedibile un percorso di così lunga durata che non è pensabile valutarla o commentarla ora.
Vorremmo confrontarci con l’Amministrazione provinciale su questo tema. Il timore tra noi diffuso è però che resteremo a lungo in attesa di qualcosa di concreto perché il Presidente Bottacin ha detto chiaramente che, per lui, i problemi della scuola bellunese sono enormi (100 milioni di euro valgono) e sono altrove.
Non dobbiamo e non spetta a noi rispondergli sul piano politico, che non ci appartiene, e vorremmo evitare anche la polemica, però sentiamo di precisare al Presidente Bottacin che se la vastità dei problemi frustra la sua azione di governo non è comunque con noi che deve confrontarsi. Ci limitiamo solo a questa nota polemica perché il suo tono quando ha invocato sul Gazzettino un confronto pubblico sui nostri problemi alla presenza di tutti i dirigenti scolastici provinciali sembrava voler minacciare una guerra tra poveri, è possibile leggerla solo come un tentativo di intimidazione mediatica e come l’affermazione evidente che non ha una grande considerazione dei nostri problemi.
Noi però siamo e saremo sempre qui a rammentare all’Amministrazione provinciale il disagio e le difficoltà che comporta il fare scuola in un edificio nato per altre finalità, convertito quasi quarant’anni fa nella sede del Liceo Scientifico Galilei e che oggi, senza che in tutti questi anni sia intervenuta alcun sostanziale adeguamento, offre l’80% della sua capacità di accogliere gli alunni in aule che possono ospitare al massimo 23 alunni e, tra queste, oltre 3/4 delle aule non arrivano mediamente ai 20 posti.

In conclusione di questo nostro incontro vogliamo congiuntamente, entrambi i Comitati, proporre tramite i giornali e le TV locali l’idea che ci è venuta, trovandoci, di organizzare, noi sì sul serio, un incontro pubblico, un forum della e sulla scuola bellunese con l’obiettivo di creare un’occasione di confronto e riflessione tra tutte quelle componenti della scuola bellunese che ne hanno il desiderio.
Il fine è duplice.
Da un lato, quello di essere da stimolo alle autorità scolastiche ed alle amministrazioni chiamate a definire una strategia di valorizzazione e miglioramento della scuola bellunese, sia delle zone di montagna che di città, che riesca al di là degli slogan e delle dichiarazioni di principio subito contraddette dai fatti, quali quelli in precedenza riferiti sul diritto allo studio negato, a promuovere veramente il futuro di questo nostro territorio.
Dall’altro, quello di definire una strategia autonoma che metta in rete le risorse dei vari Istituti scolastici, ma anche delle varie componenti scolastiche, alunni, genitori e docenti, e non, quali quelle del mondo economico e sociale più sensibili all’educazione ed alla formazione dei nostri figli.
Riteniamo infatti che questa sia la migliore risorsa per affrontare il futuro della Scuola pubblica, destinata con i sempre minori trasferimenti dello Stato solo a sopravvivere precariamente a se stessa.

domenica 4 luglio 2010

Qualcosa si sta muovendo

Come vedete, i media cominciano ad accorgersi del problema sollevato dal comitato. Con ben due articoli usciti il 3 luglio sulle pagine del Corriere delle Alpi, che vi invito a leggere qui e qui, sono stati ben sottolineati i problemi che la carenza di strutture scolastiche sta causando. Un'altra bella notizia è che nasce la rete dei comitati scolastici: un invito a tutti i comitati dei genitori a confluire nella rete in modo tale da avere un maggior peso nel dialogo con le istituzioni.